Scusi, per
favore, permesso, buongiorno, non esistono quasi più! Ho il mal di pancia
mentre passo nelle corsie dell’ospedale (ma, ne son sicuro, anche in altri
ambienti), e non perché abbia bisogno di una visita in gastroenterologia, ma
perché incrociare medici, infermieri, oss e tutte le categorie che ruotano
intorno a questa struttura senza sentire le citate paroline magiche del galateo
mi fa restringere l’interno dello stomaco. Ho parlato e parlo più o meno tutti
i giorni con centinaia di persone ricoverate o che vengono in ospedale per una
visita o per un prelievo, o più semplicemente per ritirare un referto che a
volte qualcuno vorrebbe non aver mai letto, e se c’è una cosa che
lamentano, è proprio questa mancanza di
educazione.
Ma ancora più in profondità non si tratta semplicemente di galateo,
manca – ed in un ospedale è gravissimo – l’umanità.
I gesti di accoglienza sono fondamentali nella cura del paziente, ed inoltre un
saluto, un sorriso o un semplice gesto sono gratuiti, fanno bene a chi li
riceve ma anche a chi li dà. Sì è vero, lo vediamo bene tutti i giorni, a volte
certe situazioni ti fanno perdere proprio la pazienza, ma deve essere
un’eccezione, non la regola. Che cosa costa dire buongiorno, permesso, mi
scusi, per favore? E se l’altro non risponde io non posso scendere allo stesso
livello, io ci devo credere che è meglio essere
umani.
Tra colleghi, con i pazienti e con i parenti occorre favorire il
dialogo anche attraverso la semplicità dei piccoli gesti quotidiani, questo
aiuterebbe non poco perfino la terapia scientificamente più avanzata! E i
medici lo sanno bene! Vedo tantissimi giovani che scelgono di intraprendere la
strada della medicina, dell’infermieristica o socio-sanitaria, bene, benissimo!
Ma insegniamo loro, ed essi imparino, che l’umanità è una parte fondamentale
della cura ospedaliera, dove, a confronto, le tecniche più avanzate potrebbero
non servire, perché a volte, le persone
umane, preferiscono lasciarsi andare che vivere con i disumani. Per favore,
nessuno si offenda per ciò che ho scritto, ma se ho offeso qualcuno chiedo
scusa. Buona giornata!